Perché la pasta va sempre servita solo ed esclusivamente al dente
Consigli pratici e suggerimenti
È meglio mangiare la pasta ben cotta o al dente? La digeribilità della pasta è favorita dal grado di cottura, spiega la nutrizionista Elisabetta Macorsini: “La pasta è costituita principalmente da glutine e amido. Questi due componenti agiscono in modo diverso: il glutine assorbe amido, l’amido assorbe l’acqua e si gonfia fino a disperdersi nell’acqua, se la cottura è troppo lunga. La pasta scotta tende a formare nel tubo digerente un impasto colloso che non consente una corretta digestione. Una cottura troppo lunga della pasta provoca il rilascio dell’amido nell’acqua di cottura e una perdita di proprietà nutrizionali. Quindi, stop alla leggenda secondo cui la pasta scotta fa bene perché più tenera e facile da digerire, soprattutto per malati, bambini e anziani? Certo che non lo è. La pasta al dente fa bene, invece, e bisogna spiegarlo a tutti, anche perché ha un basso indice glicemico perché quando la scoliamo al dente, si idratano i grani di amido che non vanno a disperdersi nell’acqua, quindi non perdiamo le proprietà della pasta e l’amido può essere assimilato lentamente evitando l’innalzamento della glicemia”. Ovvero: niente picco glicemico.
La pasta cruda invece non è digeribile perché gli enzimi digestivi non riescono ad attaccarla. Morale della favola: la pasta non deve essere né cruda, né scotta. Deve essere semplicemente al dente.
Per un’ottima cottura della pasta ricordate la “regola del 10 : 100 : 1000”:
Sale: 10gr per 100gr di pasta e va buttato nell’acqua appena raggiunto il bollore.
Pasta: 100gr di pasta secca.
Acqua: 1000gr (1 litro) per ogni 100gr di pasta, da cuocere sempre in una pentola capiente.